25. EMILIO TADINI (1998)
Se mi sforzo di pensare il respiro - il mio respiro,
adesso - me ne deriva qualche inquietudine. Forse perché
in questo caso la mia volontà - che con quel
pensiero entra in gioco - si rivela del tutto sproporzionata,
fuori luogo, anzi decisamente incongrua.
Come se il respiro fosse un segno capitale del mio
far parte della natura più profonda - un segno
da non decifrare.
EMILIO TADINI
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