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Anna Curti
Biassoni

 
Marcello Bernardi
IL RESPIRO DEL CORPO
Dal primo vagito all'ultimo rantolo: il respiro segna gli inconsapevoli confini del mio esistere.
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7. TERESA BUONGIORNO (1998)

RESPIRA, GIANCARLO

Il papà di Giancarlo era nato in un posto di mare e l'aria di città gli pareva sempre terribile. Non faceva che magnificare al suo bambino i luoghi della sua infanzia, e un giorno, alla fine, ce lo portò. Sul molo c'erano i pescherecci che scaricavano le cassette di triglie, merluzzetti, granchiolini stretti.
- Che puzza! - disse Giancarlo, che odiava il pesce persino quand'era rosolato a dovere.
Il suo papà allora lo portò sulla scogliera. Lo spettacolo era bellissimo: il mare verde e blu danzava a perdita d'occhio, si sentiva dal basso lo sciacquio delle onde. C'era un parapetto, per impedire ai turisti di cadere di sotto, e lì padre e bambino si fermarono.
- Respira , Giancarlo ! - disse il papà, e per dare il buon esempio, respirò lui a pieni polmoni. - Questa sì che è aria buona, vedrai come ti fa bene -.
Giancarlo provò a respirare allo stesso modo, ma si fermò a metà. Non aveva immaginato che il mare avesse quell'odorino …casareccio. Annusò prudente. Era mai possibile che il mare profumasse proprio come il gabinetto di casa, dopo una sosta con tanto di giornalino ?
Si affacciò oltre il parapetto.
- Sei matto ?! E' pericoloso ! - gridò suo padre.
Giancarlo fece un risolino, con quella sua aria compassata di bambino educato, e indicò con il dito, oltre il parapetto.
C'erano tanti bisognini, tutti in fila. Ben nascosti dalla vista dei turisti. E in un angolino c'era persino un piccolissimo scugnizzo, con I calzoncini abbassati, tutto rosso e concentrato, intento a fornire la sua razione.
- Respira papà ! - disse Giancarlo.
Il babbo farfugliò che quelli erano profumi naturali, che in città si respirava vele-no, e altre cose del genere. Ma in cuor suo giurò: - La prossima volta lo porto in montagna ! -

TERESA BUONGIORNO

 
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